Fobie specifiche

Fobie specifiche

Vengono definite fobie specifiche quelle che, in una persona complessivamente equilibrata dal punto di vista psicologico, si manifestano in una situazione o in presenza di un ben preciso fenomeno, animale o oggetto e che riescono a generare uno stato di ansia e un’istintiva reazione di fuga, assolutamente irragionevoli e spropositati.
La gravità del disturbo e il suo impatto sul benessere e la qualità di vita di chi ne soffre dipendono non soltanto dall’intensità della reazione ansiosa, ma anche dall’effettiva probabilità che la persona interessata ha di venire a contatto con l’elemento critico nella vita quotidiana.

Così, se una fobia specifica per i serpenti o gli scorpioni può creare disagi limitati in un paziente che abita in una grande città, essendo i possibili incontri con questi animali del tutto sporadici, l’ansia generata, per esempio, dallo stare chiusi in luogo angusto come un ascensore (claustrofobia) o dal trovarsi a un’altezza superiore ai dieci metri dal suolo (acrofobia) possono limitare enormemente le scelte e le attività della stessa persona.
Alcune fobie specifiche sono più frequenti nell’infanzia e tendono a scomparire spontaneamente durante la crescita. È il caso, per esempio, della paura degli animali (di tutti in generale o di uno o più specie particolari, come nel caso dei ragni, dei cani, dei cavalli, ecc.), del buio, di singole persone (per esempio, il medico, il dentista o il parrucchiere) o di gruppi di estranei (demofobia).
Contrariamente, altre fobie tendono a insorgere in epoche della vita come l’adolescenza o addirittura in età adulta: è il caso, per esempio, della paura dei temporali, dell’acqua, dell’altezza, della velocità, delle infezioni, del dolore o di salire su un aereo. Esistono anche fobie specifiche di riscontro particolarmente frequente nella popolazione, seppur con livelli di intensità molto variabili, e “socialmente accettate”, come la paura del sangue, delle iniezioni, delle ferite, degli oggetti taglienti o appuntiti ecc.

I sintomi associati alla presenza di una fobia specifica sono complessivamente sovrapponibili a quelli di una crisi d’ansia o di un attacco di panico, con l’unica differenza che a scatenare le manifestazioni sono fattori ben definiti e circoscritti.
Di fronte all’elemento critico, il paziente affetto da fobia specifica sperimenta principalmente:

  • paura intensa, fino al panico;
  • forte stato di tensione e nervosismo;
  • accelerazione del battito cardiaco;
  • difficoltà respiratorie;
  • mal di stomaco, nausea;
  • alterazione del tono di voce;
  • tensione muscolare;
  • mani fredde e sudate;
  • confusione mentale.

Nel caso della paura di sangue e ferite o di cure mediche o dentistiche, oltre a queste manifestazioni ansiose tipiche, il paziente può andare incontro a una reazione vagale (così definita perché innescata da una particolare sollecitazione del nervo vago, che contribuisce a regolare il ritmo cardiaco e la pressione arteriosa), con conseguente rallentamento del battito cardiaco, nausea e perdita dei sensi. Benché molto coinvolgente dal punto di vista psicofisico, la reazione vagale non è di per sé pericolosa per la salute.

Dal momento che la situazione che scatena la reazione ansiosa è ben determinata, in tutti i casi in cui è possibile, evitarla è la strategia più semplice ed efficace per aggirare il problema. Quando, al contrario, l’elemento scatenante è presente in modo pressoché costante nell’ambiente di vita abituale e non eliminabile, il trattamento diventa indispensabile.

L’approccio più utile per ottenere un buon controllo a lungo termine della fobia è di tipo psicoterapico del tutto analoga a quella utilizzata per gestire l’attacco di panico. Anche nel caso delle fobie specifiche, quindi, è prevista un’esposizione graduale all’agente che genera ansia, associata a interventi psicologici che aiutano il paziente ad analizzare e gestire le proprie reazioni fobiche. Questo tipo di trattamento permette di ottenere buoni risultati nella maggior parte dei casi.
La terapia farmacologica non è indicata come rimedio a lungo termine, ma può essere utile e vantaggiosa come rimedio per affrontare fobie specifiche relative a eventi circoscritti e occasionali, come per esempio un volo aereo o una seduta dal dentista. In questi casi, in previsione dell’esposizione alla situazione problematica si può ricorrere (dietro prescrizione medica) a farmaci tranquillanti, come le benzodiazepine.