Ipocondria

Ipocondria

L’ipocondria è un disturbo cronico caratterizzato da una molteplicità di fastidi fisici ricorrenti (dolore osteomuscolare, disturbi gastroenterici, mal di testa, ecc.) del tutto sovrapponibili per tipologia e intensità ai sintomi determinati da patologie specifiche, ma che non possono essere spiegati pienamente dalla presenza di una reale disfunzione o malattia fisica. L’ipocondria, preoccupazione legata alla paura o alla convinzione di avere una malattia grave, basata sull’erronea interpretazione dei sintomi somatici, colpisce nella stessa misura uomini e donne e può svilupparsi in un qualunque momento della vita, spesso nella fase di passaggio dall’adolescenza all’età adulta, ma spesso anche verso i 40-50 anni, determinando un serio scadimento della qualità di vita.

L’esordio del disturbo somatoforme può essere spontaneo e graduale oppure legato a un fatto specifico, come una grave malattia pregressa (anche soltanto sospettata, in attesa di diagnosi) propria o di un proprio caro. In questo secondo caso, di solito, si tratta di un problema transitorio, che si risolve da solo nell’arco di pochi mesi, a mano a mano che si elabora e si supera l’esperienza negativa. L’ipocondria vera e propria, al contrario, tende a persistere per tutta la vita, risultando difficile da contrastare anche con trattamenti adeguati.

La conseguenza abbastanza tipica è che l’ipocondriaco tende a lamentarsi diffusamente del proprio medico, a cambiarlo frequentemente e a rivolgersi, ogniqualvolta gli sia possibile, direttamente a specialisti di varie aree cliniche. Anche in questo caso, il bisogno di conferme è esasperato: vengono ricercati più pareri sullo stesso sintomo, interpellando molti esperti di diverse discipline e sottoponendosi agli esami e agli approcci terapeutici più disparati, ma ritrovandosi alla fine sempre insoddisfatti. Il moltiplicarsi dei controlli e delle opinioni, anziché placarla, spesso accresce ulteriormente l’ansia perché confonde il quadro clinico e alimenta nuovi dubbi di possibili malattie.
All’estremo opposto, tuttavia, esistono anche forme di ipocondria nelle quali il timore per la propria salute è così intenso da spingere i pazienti a rifiutare ogni tipo di rapporto con il medico e ogni esame clinico (anche quelli ritenuti necessari per escludere la presenza di patologie fisiche reali), nella convinzione che la diagnosi non potrebbe che essere nefasta.
L’ipocondria diventa ben presto invasiva, stravolgendo tutte le abitudini di vita della persona che ne soffre, costantemente impegnata nell’inutile tentativo di tenere sotto controllo una malattia sicuramente presente, ma che nessuno riconosce. Spesso questo atteggiamento arriva a interferire con le relazioni familiari e sociali e a creare problemi in ambito professionale.

Sintomi e diagnosi dell’ipocondria

I sintomi fisici che possono essere lamentati da una persona con disturbo somatoforme possono essere estremamente variabili e interessare qualsiasi parte del corpo. In genere, la prevalenza di specifiche manifestazioni è legata anche a fattori culturali e sociali dell’ambiente in cui vive il paziente, mentre la loro intensità è solitamente definita “notevole”, “intollerabile”, “indescrivibile”.
I sintomi fisici più tipicamente lamentati dal soggetto ipocondriaco comprendono:

  • mal di testa
  • nausea e vomito
  • gonfiore e dolore addominale
  • diarrea o stitichezza
  • alterazioni del ritmo cardiaco (palpitazioni e aritmie)
  • stanchezza e mancamenti
  • crampi addominali
  • intensi dolori di tipo mestruale
  • perdita del desiderio sessuale
  • disturbi urinari
  • disfunzione erettile o problemi dell’eiaculazione
  • sintomi neurologici (nevralgie e dolori di vario tipo, formicolii, cali di forza, alterazioni della sensibilità, ecc.)

Oltre a queste sensazioni organiche, i pazienti presentano spesso problemi a livello psicologico, in particolare depressione e/o disturbi d’ansia, che possono essere precedenti/concomitanti con l’esordio dell’ipocondria oppure svilupparsi secondariamente come conseguenza del deterioramento della qualità di vita e delle relazioni determinato dal disturbo stesso. In aggiunta, chi soffre di ipocondria tende a essere estremamente dipendente dagli altri, ricercando continuamente supporto e rassicurazione, e ad assumere atteggiamenti aggressivi di fronte a chi lo contraddice, soprattutto su questioni relative alla salute. Spesso, il disturbo somatoforme si associa a disturbo di personalità, soprattutto di tipo borderline e antisociale.
Il trattamento del disturbo somatoforme, nella maggior parte dei casi, è una vera e propria sfida,  Anche quando i familiari riescono a convincerlo a sperimentare un approccio psicoterapeutico, poi, è abbastanza difficile che lo specialista riesca a costruire una relazione di fiducia con il paziente e a fargli riconsiderare l’origine e la natura dei propri malesseri in un’ottica differente.
Nei casi in cui si riesce a instaurare un dialogo franco e sereno tra medico e paziente, il primo passo della terapia sarà indirizzato a cercare di capire quali sono i fattori psicologici che hanno innescato il disturbo somatoforme e ad analizzare il legame esistente tra l’andamento dei sintomi fisici e il livello di ansia e preoccupazione per la salute. Il percorso terapeutico, di norma, non è breve né semplice, perché la disponibilità a mettersi in discussione in questi pazienti è molto scarsa.