Disturbo di conversione

Disturbo di Conversione

Le Conversioni si caratterizzano per le manifestazioni sintomatiche (sintomi“pseudo-neurologici”) inerenti le funzioni motorie volontarie o sensitive senza la presenza di una compromissione anatomica o organica che ne giustifichi la presenza:

  • i sintomi motori includono alterazioni della coordinazione e dell’equilibrio, paralisi localizzate, perdita della voce (afonia), difficoltà di deglutire o sensazione di nodo alla gola, ed infine ritenzione urinaria;
  • i sintomi sensitivi comprendono invece perdita della sensibilità tattile o del dolore, cecità, sordità, allucinazioni, attacchi pseudo-epilettci o convulsioni.

L’assenza di una qualche compromissione organica lascia presagire che il quadro sintomatico trae origine da una qualche ragione psicologica come un conflitto o una condizione di stress; tale supposizione deve essere incoraggiata dalla correlazione temporale tra le manifestazioni sintomatiche, o il loro aggravamento, e i fattori psicologici responsabili. In altre parole, le manifestazioni sintomatiche rappresenterebbero (e si sostituirebbero) la simbolizzazione di un conflitto interno. Freud aveva già messo in evidenza tale meccanismo, soprattutto nei suoi studi sull’isteria, a proposito del quale parlava di “vantaggi primari e secondari della malattia” intendendo con “vantaggio primario” la risoluzione del conflitto psichico, e quindi dell’angoscia, attraverso la sua simbolizzazione nella malattia mentre, per “vantaggio secondario”, intendeva i vantaggi concreti che la condizione dell’esser malato può garantire (deresponsabilizzazione, cura, affetto ecc.).
Le manifestazioni sintomatiche di conversione sarebbero dunque una sorta di compromesso tra lo psichico e il somatico. Gli individui affetti dal disturbo appaiono particolarmente suggestionabili (non a caso una delle prime cure sperimentate da Charcot e da Freud per curare l’isteria fu l’ipnosi) tanto che le manifestazioni sintomatiche possono variare o dipendere da condizioni esterne come l’attenzione degli altri.
Un’altra caratteristica che può accompagnare il disturbo è la “belle indifference“, ovvero un atteggiamento distaccato, quasi indifferente, che accompagna le manifestazioni sintomatiche (paralisi, cecità, afonia, sordità ecc.) dell’individuo. Al Disturbo di Conversione si possono accompagnare Disturbi Dissociativi, il Disturbo Depressivo Maggiore e il Disturbo Istrionico, Antisociale, Borderline e Dipendente di Personalità.