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La Co – dipendenza al femminile

16 Ottobre 2021 @ 10:00 12:00

Tra gli psicologi questa condizione appare controversa, e perciò varie sono le definizioni di codipendenza[3]. In genere per essa s’intende una condizione comportamentale subclinica, situazionale e/o episodica simile a quella del disturbo dipendente di personalità.

Secondo alcuni specialisti, la codipendenza è un tipo di dipendenza affettiva dove la persona sceglie un partner che ha a sua volta una dipendenza da sostanze (alcolismo o tossicodipendenza) e che cerca di “salvare”[4]. Si parla allora per esempio di co-alcolista per indicare una persona che ha una relazione di dipendenza affettiva con un alcolista[5]. Secondo altri specialisti, invece, questa definizione è troppo ristretta e andrebbe allargata a tutti i casi in cui la persona è incapace di pensare o agire senza un’altra persona (di solito, prima il genitore e poi il partner): il partner può avere diverse problematiche psicologiche senza necessariamente avere una dipendenza da sostanze. Per esempio, il termine co-narcisista indica una persona che si è adattata a vivere con un partner narcisista[5].

La persona codipendente organizza i propri pensieri e comportamenti attorno a una persona, con una dinamica simile alle dipendeze da sostanze (come farmaci o stupefacenti) o da azioni (come il gioco d’azzardo o il sesso)[6].

La codipendenza è stata descritta per la prima volta dalla psicoanalista tedesca Karen Horney che, nel 1941, parlava di personalità “Moving Toward” descrivendo le persone con scarso senso dell’autonomia che avevano bisogno di altri per perseguire la propria realizzazione.

Lo psichiatra statunitense Timmen Cermak propose di inserire la codipendenza nel DSM-II-R ma l’American Psychiatric Association bocciò questa ipotesi.

La codipendenza è considerata una tipologia della dipendenza affettiva[7]. Il termine descrive il comportamento di una persona che non riesce a prendersi cura di sé stessa e cerca di cambiare o salvare le persone attorno a sé[8][7]. La tendenza a farsi carico di un’altra persona si instaura con ogni probabilità nell’infanzia, per combattere la paura dell’abbandono: con il tempo, la persona ha imparato a pensare di non avere valore per sé stessa e a mettere avanti le esigenze degli altri anziché le proprie. Diventa così una facile preda della manipolazione affettiva[8][7].

La persona codipendente inizia una relazione amorosa (ma può essere anche un rapporto di lavoro) con un partner che ha delle caratteristiche che lo mettono in grande difficoltà, per esempio: il partner può essere “troppo aggressivo”, “troppo esigente”, “troppo disponibile con l’altro sesso”. Tipicamente il codipendente vuole bene a questa persona, ma al tempo stesso vorrebbe che cambiasse. In questo modo, sta replicando la situazione che ha modellato la sua infanzia, in cui ha cercato l’affetto del genitore ma ha trovato un comportamento inadeguato – che è lo stesso che il codipendente cerca inconsapevolmente nel partner[9]. Questo paradosso è dovuto al fatto che la persona codipendente cerca di ricreare una situazione che gli è famigliare, quindi gli sembra più “sicura” di quanto sarebbe sperimentare una situazione diversa. Scegliendo lo stesso tipo di persona, il codipendente si illude di riuscire a esercitare un certo controllo[5].

Tratti e segni

Tra le caratteristiche fondamentali della codipendenza vi sono una bassa autostima, una sottomissione avvilente o la presenza di meccanismi di controllo disfunzionali, meccanismi di negazione e uno smodato bisogno di approvazione[2]. Se sono state cresciute da genitori narcisisti, hanno imparato a mettere le esigenze del genitore davanti alle proprie e si sono abituati a considerare come “egoismo” qualunque tentativo di autonomia”[5].

Tipicamente una persona codipendente

  • non ha consapevolezza di quello che prova e trova difficile identificare ed esprimere le proprie emozioni e i propri sentimenti (insight);
  • tende a minimizzare o negare le proprie emozioni e sentimenti;
  • si preoccupa o teme la reazione degli altri nel caso in cui vengano a sapere quello che provano veramente;
  • si lascia influenzare dai sentimenti degli altri, fino a farli propri;
  • rinuncia a interessi e hobby, accetta compromessi con i suoi valori e principi, pur di non irritare gli altri;
  • si sente responsabile di quello che provano gli altri (es. “Se è arrabbiato è sicuramente per colpa mia”) e fa affidamento sull’approvazione degli altri per decidere cosa fare e cosa dire;
  • pensa di valere solo se riceve l’approvazione degli altri.

Per calmare la sua angoscia, il codipendente spesso cerca di rendersi necessario agli altri, per esempio cercando di risolvere i problemi di un’altra persona, offrendo guide e consigli non richiesti, oppure cercando di convincere gli altri sui veri sentimenti che dovrebbero provare. Può arrivare a usare il sesso come strumento per assicurarsi approvazione e accettazione

Un segno importante di un comportamento codipendente si ha quando la persona accetta comportamenti aggressivi, manipolatori e abusanti da parte del partner, pur di mantenere in piedi la relazione. Il codipendente può anche provare rabbia o tristezza per questi comportamenti, tuttavia non rompe la relazione e diventa colluso con il partner abusante. Nei casi più gravi può mettere a rischio la sua sicurezza e la sua vita[11