Cyberbullismo e ‘Ritirati sociali’ – Hikikomori

Uno stato di completo ritiro sociale, così lo psichiatra giapponese Saitō (1998) caratterizzò la condizione degli hikikomori (in giapponese “stare in disparte”), quei ragazzi – per lo più adolescenti – che si isolano nella loro stanza, rinunciando a tutto e tutti.

Il fenomeno è sotterraneo, quasi invisibile, come i ragazzi che ne soffrono, ormai sempre di più anche al di fuori della cultura giapponese.

A partire dagli anni 2000, questa manifestazione psico-sociale, si è diffusa progressivamente anche in Italia dove, in ogni regione, sono moltissimi i giovani che conducono una vita “in disparte”.

Il fenomeno degli hikikomori potrebbe avere  cause diverse, caratteriali, sociali e familiari, o essere il risultato di una serie di concause.

Il denominatore comune è dato sia dall’isolamento – dovuto soprattutto alla paura del confronto con l’altro – che può durare mesi o anni, sia dal fatto che è una manifestazione che non si risolve spontaneamente.

Nel nostro Paese, l’identikit dei ragazzi hikikomori è quello di giovani tra i 13 e i 25 anni, di famiglia benestante, spesso figli unici di genitori separati. In molti casi si tratta di ragazzi senza problemi di rendimento scolastico, che eppure tendono a chiudersi, fino a farlo completamente.

Si tratta di una modalità difensiva psicologica, messa in atto volontariamente e in modo consapevole per far fronte alle eccessive aspettative sociali tipiche della società odierna, sempre più caratterizzata da un’esasperata competizione, tesa a rincorrere e superare l’altro.  

Quando il divario tra la percezione di sé e le sollecitazioni di genitori, insegnanti e coetanei, avvertite come pressioni psicologiche, diventa troppo grande, i ragazzi possono sperimentare sentimenti di impotenzaperdita di controllo e di fallimento.

Questi sentimenti negativi possono portare a un atteggiamento di rifiuto verso tutte le situazioni relazionali avvertite come cause di malessere, portando i ragazzi a difendersi autoescludendosi nel tentativo di proteggersi dal mondo esterno, del quale temono il giudizio.