Giocare d’azzardo non significa necessariamente gioco patologico. I problemi nascono quando l’aspetto ludico diventa secondario all’impulso di giocare, al bisogno di continuare a tentare la fortuna anche a fronte di perdite di denaro importanti. Questo atteggiamento si configura come gambling: un comportamento compulsivo, la cui dinamica può essere assimilabile ad altre forme di dipendenza patologica.
Quando il gioco perde la sua funzione ludica e diventa fine a sé stesso si hanno ripercussioni, anche gravi, sulla propria vita individuale, familiare, sociale, lavorativa ed economica. Le relazioni con gli altri significativi sono compromesse poiché il “giocatore” si rende spesso indisponibile per l’incomprensione e la disapprovazione a cui va incontro il suo comportamento e per l’ossessione che lo lega all’attività di gioco distogliendolo da ogni altro interesse.
La persona va incontro così ad una condizione di isolamento sociale e di solitudine esistenziale, in cui può presentarsi una difficoltà a riconoscere e verbalizzare i propri stati interiori.