Balbuzie

Balbuzie

La balbuzie è un disturbo dell’età evolutiva, più precisamente un disturbo della comunicazione, della parola. Presenta vari gradi possibili di gravità e si manifesta attraverso interruzioni, ripetizioni, prolungamenti dei suoni, delle sillabe, delle parole, pause e blocchi all’interno di un discorso.
L’esordio talvolta può seguire il verificarsi di situazioni traumatiche o comunque di cambiamento come la nascita di un fratello, il passaggio da un ciclo scolastico all’altro, separazioni, lutti, malattie, ecc. La ripetizione di parole, sillabe, frasi intere, esitazioni, prolungamenti e la frequente riformulazione della frase sono fenomeni frequenti nelle prime fasi del linguaggio, sono segni discontinui presenti anche in bambini non balbuzienti, ma che è importante tenere sotto controllo.
Si tratta di una ripetizione di sillabe senza tensione spasmodica o clonica ma che, in base alla risposta dell’ambiente, riguardo alle esitazioni e incertezze nella produzione dell’atto verbale (ansia dei genitori, urgenza nel correggere ogni errore o anomalia nel fluire del linguaggio), possono rinforzarsi e cronicizzarsi.

Esistono inoltre delle conseguenze indirette della balbuzie legate all’imbarazzo, all’ansia, alla paura di venire giudicati e derisi, problemi scolastici legati alla paura di balbettare davanti a tutti, fino all’ansia sociale.
Le cause sono generalmente multifattoriali, genetiche, ambientali, psicologiche e vi sono dei comportamenti secondari, legati a questo disturbo, come la fuga in un momento di difficoltà, movimenti fisici e strategie di astensione dal pronunciare una determinata parola o dall’incontrare determinate persone.
In genere la balbuzie insorge intorno ai 30 mesi di età: ovviamente più la diagnosi è precoce, maggiori sono le probabilità di una remissione o un miglioramento.