Lavorare sui sogni

Il sogno è l’attività psichica che si svolge durante il sonno. Secondo Jung tale attività ha un obiettivo di autoregolazione e di creazione di benessere: attraverso la funzione compensativa il sogno armonizza la psiche facendo riemergere tutto ciò che è ignorato, trascurato o represso nella veglia; mediante la funzione prospettica il sogno anticipa nell’inconscio ciò che verrà attuato in futuro a livello conscio (il sogno non è profetico in senso letterale, ma svela piani intuitivi per arrivare a obiettivi desiderabili).
I sogni sono una fonte importante e molto ricca di conoscenza del nostro modo di essere, sono una risorsa per spiegare e capire il passato, il presente e per intuire verso quali orizzonti ci stiamo dirigendo.
Ogni persona rielabora e ritrasforma le specificazioni astratte esistenti valendosi di stimoli sensoriali presenti, memorie del passato e intenzioni prospettiche. Proprio in virtù di questo il sogno è creazione originale della persona che sogna.
Qualunque tipo di interpretazione non può prescindere da questa soggettività, non può esistere una traduzione meccanica di simboli in significati che non tenga conto dell’unicità dell’individuo e del contesto di vita del sognatore. Proprio perché il messaggio onirico si esprime simbolicamente, la ricchezza di significato è tale che qualsiasi interpretazione meramente analitica risulta riduzionistica. Il sogno parla il linguaggio del simbolo e non del segno. “Voler tradurre il simbolo in segno significa privarlo della sua vitalità e della sua immensa ricchezza.” (Scilligo 1996)
Inoltre il significato ricercato cambia radicalmente in base alla concezione del sogno a cui si fa riferimento: l’interpretazione freudiana, che pone l’accento sui desideri inconsci minacciosi e sui meccanismi di difesa, sarà diversa dall’interpretazione dell’analista junghiano, che invece enfatizza la funzione omeostastica del sogno, o ancora dell’analista adleriano che considera l’attività psichica nel sonno come un’arena simbolica nella quale affrontare il futuro.
Personalmente la concezione che preferisco è quella gestaltica che vede nel sogno la comunicazione più autentica disponibile alla persona per dirsi le cose che non è mai riuscita a dirsi, presentando se stessa in tante forme quante possono essere le parti del sogno: ogni parte del sogno (sia essa una persona, un animale o un semplice oggetto) è un’espressione di noi.
Il ruolo del terapeuta che deriva da questa concezione è quello di facilitare la ricerca dei significati del paziente accompagnandolo mentre rivive in terapia gli elementi del sogno e le emozioni ad esse correlate. L’interpretazione deve servire a facilitare il contatto del paziente con se stesso e non essere un processo di attribuzione di senso imposta dall’esterno.
Scrive Scilligo:” L’interpretazione e il lavoro sul sogno non fanno parte di un’arte divinatoria che dà soluzioni precostituite ai conflitti e ai problemi della vita quotidiana; concepiamo il lavoro sui sogni come strumento per attuare intenzioni, grazie alle informazioni storiche e evolutive contenute nel sogno riguardanti le cause di alcune condizioni del comportamento attuale, grazie a una gamma di possibili scelte proposte creativamente dall’attività onirica e grazie all’aiuto derivante da conoscenze funzionali sulla realtà attuale, trattenute nell’inconscio e manifestate attraverso il simbolismo onirico. Inoltre l’interpretazione emerge dalla consapevolezza di chi sogna e non dalle letture interpretative esterne di chi ascolta il sogno.
In ultima analisi il sogno è la via regia al conscio e alla responsabilità nelle scelte della vita conscia.”
La tecnica gestaltica che prevalentemente utilizzo nel lavoro sui sogni è quella della drammatizzazione.
Un modo veramente efficace per arrivare a cogliere il significato personale del sogno è quello di riviverlo: dopo aver dedicato qualche minuto a tecniche di rilassamento (prevalentemente focalizzate sulla respirazione) chiedo al paziente di impersonare le diverse parti del sogno e prendo nota di ciò che esprime verbalmente e non verbalmente. Se il sogno è preso come un messaggio sconosciuto, il riviverlo drammaticamente come su un palcoscenico favorisce la scoperta del senso e delle intenzionalità, espande i significati e provoca processi di integrazione degli opposti. Nella drammatizzazione lo scopo fondamentale non è quello di interpretare il passato, ma di cogliere il messaggio che la persona si dà e eventualmente consolidare integrazioni di parti di sé (spesso già iniziate durante il processo terapeutico).

Bibliografia

  • Adler A., (1916), Il temperamento nervoso , Astrolabio, Roma
  • Freud S, (1899), L’interpretazione dei sogni, in “OPERE”, vol. III Torino, Bollati/Boringhieri(1966)
  • Jung C.G., (1934-1955), Gli archetipi e l’inconscio collettivo, Torino, Bollati/Boringhieri(1969)
  • Mancia M., (2004), Il sogno e la sua storia, Marsilio, Venezia 2004
  • Perls F., (1977), L’approccio della Gestalt , Astrolabio, Roma
  • Scilligo P., (1988) Sogni e lavoro con i sogni, in «Polarità», vol. 2, n. 2,
  • Thomson G., (1987), trad. it. Il lavoro sui sogni nella terapia della ridecisione, in
  • «Quaderni di psicologia, Analisi Transazionale e Scienze umane», n. 43, 2005