Le aspettative dei genitori nella stanza di Mediazione

 

La Mediazione, partendo dalla fine del legame coniugale, cerca di esplorare le aspettative, i bisogni dei genitori dal momento in cui “entrano nella stanza di mediazione” con l’obiettivo di aiutarli a riorganizzare la loro vita a partire proprio dalla loro quotidianità; infatti gli accordi raggiunti in Mediazione sono presi in base alle reali aspettative, esigenze di quella famiglia.

Un percorso di Mediazione Familiare è come “ un ponte che congiunge due sponde, un ponte che congiunge e non riunisce, un ponte che garantisce il passaggio”. (dr.ssa Paola Agni).

Alcune frasi significative, prese da “Stralci dai colloqui individuali – Fase Preliminare alla Mediazione Familiare” (Lucardi, 1992-2002), evidenziano come i genitori hanno motivato la loro scelta di intraprendere il percorso di MF esprimendo, in questo modo, le loro aspettative e motivazioni.

  • “… ci parliamo poco e solo tramite avvocati, per sms o mail … vorrei ristabilire la comunicazione con lei …”
  • “…. ci ha mandato il giudice …..dice che per noi potrebbe essere utile ….”
  • “Vengo per un consiglio su come comunicare ai figli la separazione … vorrei che non soffrissero troppo …”
  • “… credo sia un posto dove parlare senza insultarci, la sua presenza ci aiuterà in questo senso ….”
  • “Per me è l’ultima spiaggia … le ho provate tutte … ora vediamo con questo …”.

Quando una coppia di genitori “ entra “ nella stanza di MF è indispensabile valutare, non solo le sue aspettative nel momento in cui chiede di accedere alla Mediazione, ma anche le caratteristiche del tipo di invio per capire quale sia la domanda che loro pongono e, di conseguenza, quale sia il percorso più utile o, quantomeno, più praticabile.

Le aspettative genitoriali possono cambiare sensibilmente se la coppia giunge, ad esempio, in mediazione su invio di una coppia di amici ( che si è appena separata avvalendosi di un percorso di mediazione). Ci possono essere casi in cui l’invio viene effettuato su consiglio dell’insegnante di un loro figlio o da intermediari che potrebbero anche non sapere nulla, o poco, di cosa sia la
mediazione oppure possono verificarsi casi in cui la mediazione familiare può essere vissuta come obbligatoria se l’inviante è un Giudice.
Alcuni studi (M.Lucardi, 2002) hanno dimostrato come “ il migliore” invio, in quanto considerato “più pulito”, “ più spontaneo” sia rappresentato da quello formulato da un amico o da un conoscente in seguito ad un’esperienza personale di mediazione familiare.

L’analisi dell’invio è molto importante al fine di aiutare la coppia di genitori ad esprimere le proprie aspettative e motivazioni in modo realistico. Il mediatore non può esimersi dall’accogliere la sofferenza personale dei genitori, che necessariamente accompagna il processo di separazione ed è necessario che tra i tre partecipanti all’incontro si instauri un rapporto empatico, da intendersi come sentire emotivamente, provare un sentimento comune o anche soffrire insieme.

Solo in questo modo il Mediatore può riuscire ad accedere alla parte emotiva di quelle che sono le personali e legittime aspettative di entrambi i genitori.
Le aspettative dei genitori, cambiano nel corso della Mediazione Familiare e si trasformano mano a mano che “ il lavoro a tre “ procede.
La forte motivazione alla genitorialità, nonostante la fine del legame coniugale, emerge come uno dei fattori che favorisce l’evoluzione, il cambiamento delle aspettative iniziali.
I genitori sono come una rete di contenimento, anche se si trovano ai lati opposti della rete, non smettono mai di tenderla per far sì che i figli procedano sicuri nel loro cammino. E’necessario che i figli camminino al centro di questa rete e che nessuno dei due genitori li attiri verso di sé facendoli allontanare dall’altro.
L’evoluzione, il cambiamento delle aspettative genitoriali, mano a mano che il percorso di mediazione prosegue, conducono i genitori ad una crescita del loro rapporto con il Mediatore il quale, inizialmente non ascoltato e non visto, inizia ad essere ascoltato sempre di più trasformandosi in stimolo utile per loro. La coppia di genitori, dopo aver imparato ad ascoltare e a vedere il Mediatore come terzo, inizia ad ascoltare e a vedere se stessa come genitori, successivamente inizia a “vedere” il figlio, riconoscendone i bisogni ed inserendolo nelle discussioni.

Da colloqui di follow-up, (stralci di interviste follow-up 1992-2002, M. Lucardi ), a distanza di sei mesi dal termine della Mediazione Familiare.

  • “… stare sullo stesso piano, non c’è uno più importante, il pareggio: che vittoria!” (pariteticità)
  • “… avere una mappa, una bussola, ridurre la precarietà, smettere di cercarci il sogno e mettere un po’ di ordine nei propri cassetti” (organizzazione)
  • “ … ritrovare stima di sé e capacità di fare, riscoprirsi bravi, avere tutto dentro di sé e riuscire finalmente a trovarlo” (attivazione risorse)
  • “..non sentirsi costretti, continuare perché si è liberi di interrompere, il contrario del Tribunale..” (volontarietà e autodeterminazione)
  •  “ … non terapia, né giudizio, proprio un’altra cosa, si lavora su di sé, ma non su cose troppo personali, non ti senti sotto esame, non devi dimostrare, devi fare …” (specificità).

Come ogni reale cambiamento è necessario del tempo affinché l’evento separativo venga interiorizzato.
La maggior parte dei genitori che ha intrapreso un percorso di Mediazione Familiare ha dimostrato che l’essere “ entrati” nell’esperienza della mediazione ha permesso loro di riconoscere l’individualità delle proprie aspettative e li ha aiutati a modificarle passando dal particolare ( IO ) all’universale ( NOI ) utilizzando le loro risorse, le loro motivazioni, le loro esperienze.

Bibliografia

Ardone R., Mazzoni S.“ La mediazione Familiare,. Per una regolazione della conflittualità nella separazione e nel divorzio” Giuffré ed., Milano, 1994
Canevelli F., Lucardi M., ” La mediazione familiare – Dalla rottura del legame al riconoscimento dell’altro”– Bollati Boringhieri,Torino, 2002.
Canevelli F., “Due aspetti critici della mediazione”, Rivista di Mediazione Familiare Sistemica, n. 3/4, 2005/2006.
Cigoli, V. “Psicologia della separazione e del divorzio”, Il Mulino, Bologna, 1998.
Haynes J.M., I. Buzzi “Introduzione alla Mediazione Familiare”, Giuffré, Milano, 1996
Lucardi M., “Stralci di interviste colloquio di follow-up”, 1992 – 2002.
Marzotto C., Telleschi R.. Comporre il conflitto genitoriale. La mediazione familiare: metodi e strumenti, Edizione Unicopli, 2002.
Uccellini F., Padalino A.,” La Mediazione Familiare nell’immaginario dei genitori ”
Martin P., Porciani L., “ Nella stanza di mediazione: una prima valutazione dell’efficacia della mediazione familiare “, Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2 – 2009