Congresso SIPped – Progetto Eragon

Adolescenti e Salute Mentale – Effetti Long Covid – Ass Psy Onlus interviene al Congresso SIPped con il Progetto Eragon

Facoltà di Economia
Via del Castro Laurenziano 9, Aula 5 La Sapienza- Roma
29 Ottobre 2022

Evento accreditato ECM: crediti formativi 7
per: Psicologi, Medici di base, Pediatri di ogni specialità, Neuropsichiatri dell’infanzia e
dell’adolescenza, Ostetrici, Infermieri, Educatori, Pedagogisti

La pandemia da COVID-19 ha avuto diverse ripercussioni sulla salute mentale e ha riguardato tutte le fasce di età, soprattutto quella adolescenziale.

L’adolescenza è una fase unica dello sviluppo umano e un momento importante per porre le basi della buona salute.

Tuttavia, molto spesso i giovani sperimentano delle condizioni di disagio e in questo senso la pandemia ha incrementato la possibilità di insorgenza di sintomi o disturbi psichiatrici.

Questa situazione è stata in parte ricondotta alle misure imposte dai Paesi per far fronte a un’emergenza sanitaria senza precedenti.

Nei primi mesi del 2020, oltre 1,5 miliardi di bambini e adolescenti nel mondo sono rimasti a casa, aderendo a misure di distanziamento sociale che impedivano le relazioni sociali e le attività sportive e ricreative tra pari; le suddette misure sono state inoltre riproposte più volte in risposta ai nuovi picchi di trasmissione (Minozzi et al., 2021).

Secondo il principale rapporto UNICEF, lo studio più completo dell’UNICEF sulla salute mentale di bambini, adolescenti e di coloro che se ne prendono cura nel ventunesimo secolo – anche prima del COVID-19, bambini e giovani portavano il peso delle problematiche relative alla salute mentale senza che ci fossero investimenti significativi volti ad affrontarle. Secondo quanto emerso, i bambini e i giovani potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del COVID-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere

. Secondo i primi risultati di un sondaggio internazionale condotto tra bambini e adulti dall’UNICEF e da Gallup in 21 paesi – che viene presentato in anteprima ne La Condizione dell’infanzia nel mondo– una media di 1 giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni che ha partecipato al sondaggio ha dichiarato di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività.

Mentre il COVID-19 entra nel suo terzo anno, l’impatto sulla salute mentale e il benessere dei bambini e dei giovani continua a farsi sentire. Secondo gli ultimi dati disponibili dell’UNICEF, a livello globale, almeno 1 bambino su 7 è stato direttamente colpito dai lockdown, mentre più di 1,6 miliardi di bambini hanno perso parte della loro istruzione. L’interruzione della routine, dell’istruzione, delle attività ricreative, così come la preoccupazione per il reddito familiare e la salute, rende molti giovani spaventati, arrabbiati e preoccupati per il loro futuro. Per esempio, un sondaggio condotto online in Cina all’inizio del 2020, citato nel Rapporto, ha rivelato che circa un terzo degli intervistati ha riferito di sentirsi spaventato o in ansia.

Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini. Con i lockdown a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco – elementi chiave dell’infanzia stessa“, ha dichiarato il direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “L’impatto è significativo, ed è solo la punta dell’iceberg. Anche prima della pandemia, troppi bambini erano gravati dal peso di problemi non affrontati di salute mentale. I governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita“.

Vediamo che l’ansia, la solitudine e la depressione sono aumentate in modo significativo. Innumerevoli vite sono state perse, i mezzi di sussistenza sono scomparsi e le realtà sono state irrevocabilmente cambiate. In tempi come questi, queste difficoltà possono sembrare senza fine e senza soluzioni ovvie

A quali disturbi gli adolescenti sono più esposti?

Diversi studi hanno riportato che l’attuale pandemia ha influenzato significativamente l’esperienza emotiva e comportamentale di bambini e adolescenti.I livelli di depressione e ansia sono più elevati tra i bambini e gli adolescenti rispetto ad altre pandemie.

Gli studi hanno anche riportato livelli di depressione e ansia durante il COVID-19 più elevati nelle adolescenti rispetto ai loro coetanei maschi. Inoltre, i livelli di ansia nella popolazione adolescenziale sono significativamente superiori a quelli dei bambini: gli adolescenti delle scuole superiori presentano i livelli maggiori di sintomi depressivi e ansiosi (Meherali et al., 2021).

Un’altra problematica in aumento è quella relativa ai disturbi del comportamento alimentare (DCA).

Quando è iniziata la pandemia in molti hanno deciso di mangiare sano e di fare più esercizio. Tuttavia, ciò ha avuto una svolta tragica per i più giovani, che in alcuni casi hanno perso molto peso, mentre in altri hanno cominciato a mangiare di più quando si sentivano stressati e annoiati (Feinmann, 2021).
Inoltre, la ricerca ha dimostrato che la restrizione alimentare può portare a resistenza alla grelina (“ormone della fame”), il quale spinge le persone alla ricerca di cibo: questo processo sembra essersi rafforzato quando gli adolescenti sono stati isolati dai loro coetanei e hanno vissuto distanziamento sociale (Bernardoni et al., 2020).

Rischio suicidario

Quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno – più di uno ogni 11 minuti –una fra le prime cinque cause di morte per la loro fascia d’età. Per le ragazze fra i 15 e i 19 anni è la terza causa di morte più comune, mentre per i ragazzi nella stessa fascia di età è la quarta più comune. In Europa occidentale diventa la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali (5 casi su 100.000).

Quali fattori hanno permesso lo sviluppo dei sintomi?

Tra i fattori che hanno permesso lo sviluppo di queste sintomatologie risultano le stesse misure di prevenzione adottate dai Governi per la riduzione del contagio, quindi la chiusura delle scuole, il distanziamento, la quarantena e l’isolamento (Duan et al, 2020; Ellis et al., 2020; Oosterhoff et al., 2020; Saurabh et al., 2020; Xie et al., 2020).

Lockdown e chiusure scolastiche hanno imposto il distanziamento sociale, lasciando i giovani esposti a un’assenza di confronto sociale tra coetanei in un momento cruciale del loro sviluppo (Feinmann et al., 2021).

Un altro fattore di rischio è quello relativo al tempo trascorso online o sui social media rispetto a prima del COVID-19 (Duan et al., 2020; Ellis et al., 2020). L’associazione tra stress da COVID-19 e depressione è più forte negli adolescenti che hanno fatto un maggiore uso dei social dopo la pandemia.
Gli studi hanno riportato che la media trascorsa online era di 5-10 ore al giorno, il che è un potenziale fattore di rischio per la dipendenza da Internet o smartphone, le quali sono a loro volta associate a sintomi depressivi clinici in bambini e in adolescenti (Duan et al., 2020).

A tal proposito, si è verificato un vero e proprio bombardamento sui social media di post e messaggi relativi a un inevitabile aumento di peso stando fermi a casa (Feinmann, 2021).

Questi risultati indicano che i disastri pandemici, le successive misure di controllo delle malattie e le risposte di contenimento possono creare condizioni che le famiglie e i bambini trovano traumatiche (Meherali et al., 2021).

Come possiamo intervenire

Prevenire e ridurre il disagio dopo la pandemia è fondamentale per giovani che ancora sono in una fase delicata della vita.È di primaria importanza rafforzare le strategie di coping di bambini e adolescenti nell’ambito delle misure pandemiche e aumentare l’impatto delle risorse a loro disposizione (ad esempio, la presenza dei genitori, degli operatori sanitari e di specialisti dell’età evolutiva) per ottimizzare la fattibilità degli interventi di salute mentale (Meherali et al., 2021).

Le strategie per la gestione della salute mentale dovrebbero concentrarsi su misure modificabili, innovative e adatte all’età per bambini e adolescenti.Lo sviluppo di risorse educative di informazione adeguate all’età (ad esempio video, infografiche, fumetti) può offrire una soluzione per ridurre il declino della salute mentale degli adolescenti migliorando le conoscenze sulle pandemie.

Queste strategie modificabili cercano di ridurre la paura, la preoccupazione e lo stress per l’ignoto, alleviando il disagio psicologico ed eventuali problemi sociali e comportamentali rischiosi (Meherali et al., 2021).

Dato che le sintomatologie sono associate alla chiusura delle scuole, alle misure di distanziamento fisico e all’aumento del tempo trascorso online (Duan et al., 2020; Ellis et al., 2020; ; Oosterhoff et al., 2020; Saurabh et al., 2020; Xie et al., 2020), fornire materiale educativo informativo darà agli adolescenti l’opportunità di utilizzare le ore online in modo produttivo rimanendo ben informati su quanto accade.

Secondo le ultime stime disponibili, contenute nel nuovo rapporto UNICEF “La Condizione dell’infanzia nel mondo- Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani” più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze. 86 milioni hanno fra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. I tassi in percentuale di problemi diagnosticati sono più alti in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale.
Il costo per la società

Le problematiche di salute mentale diagnosticate, tra cui ADHD, ansia, autismo, disturbo bipolare, disturbo della condotta, depressione, disturbi alimentari, disabilità intellettiva e schizofrenia, possono danneggiare significativamente la salute dei bambini e dei giovani, l’istruzione, i risultati nella vita e la capacità di guadagno.

Sebbene l’impatto sulla vita dei bambini sia incalcolabile, una nuova analisi della London School of Economics presente nel rapporto indica che il mancato contributo alle economie a causa dei problemi di salute mentale che portano a disabilità o morte tra i giovani è stimato in quasi 390 miliardi di dollari all’anno.

La commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides: “La salute mentale deve far parte di tutte le politiche per costruire la resilienza della società. Ciò è particolarmente importante per i gruppi vulnerabili come bambini, giovani, anziani, migranti e rifugiati, che sono stati tutti colpiti dalle sfide che stiamo affrontando. Questo è l’approccio adottato dall’UE”.

“La pandemia di COVID-19, l’invasione russa dell’Ucraina e le sue conseguenze, la crisi energetica e le preoccupazioni per le difficoltà economiche: tutti questi eventi hanno un impatto sulla nostra salute mentale. Purtroppo, vediamo che colpisce tutti nel mondo, a cominciare con i più vulnerabili”. È quanto ha dichiarato Stella Kyriakides, Commissario per la salute e la sicurezza alimentare in occasione della Giornata mondiale della salute mentale.

“Nell’UE – ha evidenziato -, già prima della pandemia di COVID-19, i problemi di salute mentale colpivano oltre 85 milioni di cittadini dell’UE. La pandemia ha solo intensificato questi problemi, soprattutto per i giovani, quelli con un’occupazione meno sicura o con un’istruzione e redditi inferiori. . Tuttavia, è nostra responsabilità resistere a questo compito e fornire risultati per le persone. Serve una svolta per la salute mentale. Ciò significa avvicinare un supporto efficace per la salute mentale a coloro che ne hanno più bisogno. Questa deve essere la nostra priorità. E la salute mentale deve far parte di tutte le politiche per costruire la resilienza della società. Ciò è particolarmente importante per i gruppi vulnerabili come bambini, giovani, anziani, migranti e rifugiati, che sono stati tutti colpiti dalle sfide che stiamo affrontando. Questo è l’approccio adottato dall’UE”. 

“Come annunciato – ha ricordato – dalla presidente von der Leyen il mese scorso, guideremo l’UE verso un approccio più globale alla salute mentale che farà la differenza per le persone, basandosi sul nostro lavoro in corso. Per fare ciò, non solo dobbiamo lavorare con le parti interessate chiave, le ONG e gli operatori sanitari per sviluppare nuove strategie, ma, soprattutto, dobbiamo anche ascoltare i bisogni dei nostri cittadini e quelli dei nostri operatori sanitari che sono stati sottoposti a enormi pressioni questi anni passati. Questo è il modo in cui possiamo davvero rendere efficace il nostro lavoro nel campo della salute mentale. Stiamo già lavorando per aiutare le società europee a prendersi più cura della nostra salute mentale. Abbiamo stanziato 27 milioni di euro per azioni di salute mentale e abbiamo lanciato una nuova iniziativa “Più sani insieme” che aiuta ad affrontare la salute mentale e le malattie neurologiche, tra cui incoraggiare il benessere a casa, a scuola e sul posto di lavoro e un maggiore impegno nella prevenzione proattiva. Stiamo anche portando il nostro lavoro su ricerca, istruzione, giustizia, occupazione, inclusione sociale e disabilità. Questo è un buon inizio, ma possiamo e dobbiamo fare di più”. 

“Sappiamo che la nostra salute mentale è preziosa. È giunto il momento di iniziare a prendercene cura meglio. Non possiamo più permettere che le persone con problemi di salute mentale soffrano più in silenzio. L’UE si impegna a fare la sua parte per puntare i riflettori su questa questione cruciale, fornendo un maggiore sostegno alla salute mentale dei suoi cittadini, non solo in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, ma ogni giorno. Ora è il momento di agire, ascoltare e trasformare la nostra visione in realtà e rendere la salute mentale una priorità per tutti noi”, ha concluso.