Rete di Psicoterapia Sostenibile – Progetto Nazionale

L’Associazione Psy Onlus APS partecipa attivamente alla realizzazione del Progetto Nazionale di Psicoterapia Sostenibile. L’intento, tradotto nello statuto e nell’atto costitutivo emerso anche dall’incontro di Parma, è quello di costituire una rete di organizzazioni e di persone che sviluppi congiuntamente una cultura della psicoterapia sociale e che ne dia rappresentanza politica e istituzionale.
Per fare questo è importante che RPS sia rappresentativa di tutti coloro che condividono questo intento e che intendano collaborare fra loro per renderlo concreto.

Dal Manifesto della Rete:

La bassa o nulla attenzione della maggioranza dei governi nazionali ai problemi di salute mentale dei propri cittadini sembra essere diventato un elemento strutturale legato agli stili di vita contemporanei e ai bisogni espansivi e di crescita continua dei nostri sistemi economici.
Il prezzo dello “stare al mondo” in questo periodo storico e in questo modello socio-economico, è pagato, spesso, dai cittadini e dalle famiglie in termini di salute mentale. Far girare il nostro sistema sociale implica, inevitabilmente e conseguentemente, una quota di malessere degli individui e delle comunità. Appare quindi consequenziale che la salute mentale risulti un’area cieca che rappresenta una sorta di cattiva coscienza sociale e politica. Tutto ciò fino a quando le condizioni psicologiche dei cittadini non diventeranno critiche per l’equilibrio generale del sistema sociale.

La gran parte dei disagi e disturbi psicologici sono in costante aumento e, oltre a risentire fortemente del clima culturale, appaiono in rapidissima mutazione tra le generazioni e tra un decennio e l’altro.

Allo stesso tempo, la forbice già larga delle disuguaglianze socio-economiche (se parliamo solo dei paesi del primo mondo), negli ultimi decenni si allarga, anch’essa organicamente, sempre più e il cosiddetto ceto medio ha visto ridurre drasticamente il proprio potere di acquisto con la conseguenza di un progressivo disinvestimento nel futuro (e le minacce di una crisi ecologica), nella prospettiva di un ascensore sociale, di una crescita culturale delle generazioni. Il crollo demografico in realtà è un dato di fatto da almeno 40 anni in realtà come l’Italia, priva di politiche di protezione sociale per le donne e le famiglie, specialmente nelle fasce economiche più svantaggiate.